giovedì 9 dicembre 2010

La prima regola del Direttorissimo: "Il vero giornalista usa i soldi pubblici per mangiare nei ristoranti di tutto il mondo"

Il Fatto ha denunciato che il direttore del Tg1 Augusto Minzolini ha trascorso in "trasferta" 130 giorni su 270 lavorativi (mentre uscivano gli articoli di giornale, Minzo si trovava tutto abbronzato al Festival del cinema marocchino di Marrakesh, dove ha addirittura pranzato con Re Mohammed VI). In 14 mesi, il giornalista ha speso 87 mila euro - più di quanto abbiano speso 31 direttori della Rai presi tutti insieme - utilizzando la carta di credito aziendale per mangiare nei ristoranti italiani ed esteri (e servendosi quindi di denaro pubblico). Forse Minzolini sta lavorando duramente per pubblicare una guida universale della ristorazione: "Le migliori trattorie e osterie del mondo, secondo il gusto del Direttorissimo". Minzo ha effettuato 56 trasferte (per un totale di 129 giorni), 40 delle quali nel fine settimana (in un anno ci sono 52 weekend): esiste una foto-ricordo di queste gite che lo ritrae in Kenya in compagnia della giovane deputata Pdl Gabriella Giammanco e di un pitone di due metri. Per le sue vacanze a Istanbul, Londra, Amburgo, Cannes (due volte) e Praga, non ha dovuto nemmeno chiedere l'autorizzazione della direzione generale, quindi non si sa nemmeno quale fosse lo scopo delle "missioni".


Mentre la trasmissione "Vieni via con me" viene crocifissa dai vertici Rai per aver sforato di 2 minuti nell'ultima puntata, Gasparri ha espresso solidarietà nei confronti di Minzolini spiegando che, con le sue verità scomode, il Tg1 dà fastidio: in effetti - è vero - guardare il Tg1 dà fastidio, soprattutto alle persone dotate di buona intelligenza.

DIABOLINK:
- LETTERA A MINZO (clicca qui): il gruppo de "La valigia blu" ha spedito 8 domande al direttorissimo, che ha anche risposto in un italiano abbastanza sconnesso (forse in questi giorni è nervoso...).


Condividi

lunedì 6 dicembre 2010

Accendi un cero per il governo!

Come ha spiegato L'Espresso, i magistrati di Milano sono convinti che Berlusconi abbia ricevuto mezzo milione di euro in nero dalla Banca svizzera "Arner" - soldi pericolosi perchè l'unico divieto della legge italiana sul conflitto d'interessi prevede che il presidente del consiglio non possa gestire affari privati mentre è in carica. Hanno chiesto ad Alfredo Messina, manager e senatore di Silvio (oltre che consulente Fininvest, vicepresidente di Mediolanum, consigliere di alcune società Mediaset come Telecinco), cosa contenevano i pacchetti misteriosi che arrivavano dalla terra elvetica con destinatario il Cavaliere: "Erano ceri. Sembra strano, signor presidente del tribunale, ma ogni tanto io chiamo la Banca Arner e mi faccio preparare dei pacchetti che contengono 2 candele profumate, acquistate dalla segretaria del presidente sotto la sede a Lugano. Lei sorride, dottoressa della procura, ma è così: al telefono parlavamo solo di candele". Ecco finalmente risolto uno dei capitoli più oscuri dell'inchiesta "Mediaset". Poi dicono che a fare il magistrato non si ride mai.



Condividi

domenica 5 dicembre 2010

Wikileaks: una gustosa bolla diplomatica, tutto fumo e niente arrosto

Alla fine, i pericolosissimi 250 mila files segreti pubblicati dal sito Wikileaks si sono rivelati poco più che gossip. Nessuna delle notizie rese note ha provocato incidenti, nè diplomatici nè di altro tipo (almeno formalmente). L'unico risultato è una serie di gustose curiosità sul punto di vista degli americani:
- I documenti parlano di un "oscuro intermediario italiano che parla russo". Era solo Di Pietro che passava di là.
- In un documento pubblicato dal quotidiano spagnolo El Pais si legge che Silvio Berlusconi "suscita a Washington sfiducia profonda". Questa volta non è riuscito a prenderli per la Gola.
- Secondo la diplomazia Usa, Gheddafi è ipocondriaco, Karzai è paranoico, Kim Jong è un vecchio flaccido mentre Mugabe è un anziano pazzo. Silvio invece sta benissimo e sprizza energia, soprattutto nelle ore notturne.
- Il presidente francese Nicolas Sarkozy viene definito "un re nudo". Quando è nudo, Silvio non è mai solo.
- Stando agli ambasciatori Usa, Berlusconi è preoccupato di dover restituire 750 milioni per la sentenza sul Lodo Mondadori, è assillato dal costo del divorzio da Veronica Lario ed è preoccupato per la sentenza del processo per mafia a Dell'Utri. Ma soprattutto è ancora indeciso sulla prossima Velina di Striscia.
Secondo gli Usa, il presidente del Consiglio italiano sarebbe "fisicamente e politicamente debole", perché le "frequenti lunghe nottate e l`inclinazione alle feste" gli impediscono "di riposarsi abbastanza". Secondo il Cavaliere, è la fitta agenda politica che gli impedisce di dedicarsi abbastanza alle feste.
Wikileaks ha pubblicato anche una mappa intitolata "Zone calde del pianeta". Tra queste, il lettone di Putin.
- Un funzionario americano a Roma definisce il Premier "incapace, vanitoso e inefficace come moderno leader europeo". Come barzellettiere invece non è niente male.
- Berlusconi è il portavoce di Putin in Europa. Quindi le barzellette non sono nemmeno sue.
- Putin e Medvedev sono come Batman e Robin. Frattini e Berlusconi come Minnie e Topolino.
 - Il premier italiano apprezza lo stile macho e autoritario del leader russo. Che carini, sono proprio come Adolf e Benito.
- Putin è un politico molto attento ai dettagli. Anche Silvio pretende sempre il tubino nero.
- Berlusconi e Putin si scambiano regali generosi. 1ballerina a te, 3 escort a me, ecc. ecc.
- Putin è un maschio dominante. Ma lo è diventato solo dopo le lezioni di Bunga Bunga.
- Berlusconi è un leader inaffidabile. In effetti, non tutti sapevano che fosse un leader.


Condividi

mercoledì 1 dicembre 2010

Prima della pensione, Bertolaso assume 150 precari (accuratamente selezionati tra amici e parenti)

Un minuto prima di lasciare la poltrona della Protezione civile, Disguido Bertolaso (come scrisse Travaglio) ha utilizzato 8 milioni di euro - denaro pubblico sottratto ai terremotati abruzzesi - per assumere a tempo indeterminato 150 individui: la moglie di un sottosegretario, i figli di generali e giudici (ma dove saranno tutte queste toghe rosse...) e la nipote di un cardinale. L'Espresso scrive che "mentre la pubblica amministrazione falcia i ranghi e il precariato diventa condizione di vita, negli uffici che dipendono da Palazzo Chigi c'è un'ondata di assunzioni che garantisce lo stipendio per figli di magistrati, prefetti... [...] Quando Bertolaso nel 2001 mise piede sulla tolda di comando, l'organico si basava su 320 unità, passate a 590 nel 2006 e schizzate a quasi 900 alla fine del suo mandato. Cinquecento persone in più in nove anni, con uffici lievitati emergenza dopo emergenza, sempre a colpi di ordinanza e mai in forza di un concorso. Un vero e proprio esercito in cui spiccano gli oltre 60 autisti, distaccati dalle forze dell'ordine, per i dirigenti". Molti di loro, spesso anche ottantenni, sono diventati funzionari di alto rango con contratti da 180 mila euro all'anno. Sono persone strettamente legate alla Corte dei conti, la magistratura che deve vigilare anche sulle spese della Protezione Civile. I sindacati hanno presentato un ricorso che verrà discusso a febbraio di fronte al Tar del Lazio. Eppure Bertolaso aveva sempre dichiarato di non aver mai favorito nessuno.

Inoltre - come ricorda ancora l'Espresso -, fino ad un momento prima del suo pensionamento, nell'incontro di saluto con il suo personale, ha scherzato sulle eruzioni dei vulcani: "Sapete tutti che l'unico rammarico che avrò, che avremo, sarà quello che purtroppo al Vesuvio e ai Campi Flegrei non è successo niente...". E tra le risate dei presenti, ha aggiunto: "Inutile che vi grattate, non vi grattate: da buon leghista vi dico che non sarebbe poi questa grande disgrazia...". Come se i crolli di Pompei e il problema dei rifiuti siano bazzecole. Per fortuna, Berlusconi ha detto di lui: «Stiamo cercando di trovare un modo che ci consenta di proseguire la collaborazione per continuare ad avvalerci della sua capacità superlativa» e gli ha affidato un ruolo da consulente ancora nell'ambito della Protezione Civile.


Condividi