domenica 28 novembre 2010

Sulla scia di "Vieni via con me", Tremonti fa un elenco (involontariamente comico)

Il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, parlando a Pavullo (Modena) insieme al Senatùr Umberto Bossi, ha imitato l'idea televisiva di Fazio e Saviano facendo l'elenco degli aspetti che distinguono la destra dalla sinistra: "Quelli di sinistra vogliono più immigrazione, noi più ordine. Vogliono dare il voto agli immigrati, noi no. Loro vogliono dare agli immigrati case popolari e asili, noi preferiamo i nostri giovani e i nostri anziani. Loro amano i centri sociali, noi preferiamo le parrocchie, loro simboleggiano la famiglia orizzontale con l'anello, ma qualcuno lo usa come orecchino. Noi preferiamo la famiglia normale e l'anello al dito. A loro piacciono kebab e cous cous, a noi la trippa, le crescentine e lo gnocco fritto". Per fortuna, il ministro non parteciperà alla puntata (l'ultima?) di "Vieni via con me" di domani sera. Mai come questa volta: diffidare dalle imitazioni.

DIABOLINK:

- SATIRA PREVENTIVA (clicca qui): su L'Espresso, Michele Serra scherza brillantemente sulle insistenti repliche di Roberto Maroni alle accuse di Saviano.
- PIU' TENENTE COLOMBO E MENO TG4 (Clicca qui): sul Corriere, due giornalisti scientifici pregano Aldo Grasso di intervenire per evitare che le puntate del Tenente Colombo vengano tagliate grossolanamente tutte le domeniche snaturando il telefilm e violando le regole del "giallo".


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sabato 27 novembre 2010

"Michelle ma belle": i giorni neri e altre storie bulgare del Ministro Bondi

Ieri nell'Amaca di Repubblica, Michele Serra l'ha raccontata in modo meraviglioso: "Fantastica la storia della vistosa attrice bulgara [Dragomira Bonev in arte Michelle], molto molto amica di Silvio, che ritiene di dovere essere invitata alla Mostra del Cinema di Venezia perché Silvio glielo aveva promesso. («Cherie, basta esibirti nei dancing: tu meriti Venezia!»). Si innesca una sarabanda di telefonate imbarazzate, con alti funzionari [Bondi in prima linea] che si ingegnano di trovare alla signora una degna cornice, inventandosi un premiolino di straforo e sperando che nessuno se ne accorga. Deliziata e ingenua, la signora arriva a Venezia convinta di essere la nuova Garbo, si ritrova in una saletta periferica (non si sa se con rinfresco o senza) [Sala Pasinetti], viene omaggiata dai suddetti alti funzionari e perfino dal direttore della Mostra, deportato all' uopo, e per un disguido crede - o le viene fatto credere - che il solo cronista [uno a caso, Carlo Rossella] casualmente presente sia l'insigne critico di un prestigioso quotidiano, al quale concede un'intervista impegnatissima. Manca solo il dirottamento in un parcheggio di Chioggia spacciandolo per piazza San Marco («Vede quanti piccioni, signora? Sono tutti qui per lei»),e il quadro della pietosa truffa è completo. L' amico Silvio, primo artefice della vicenda, si conferma l' ultimo, strepitoso soggettista dei B-movies all' italiana". Tra le altre cose, Michelle ha un sito personale in cui pubblicizza il suo ultimo straziante libro, curiosamente pubblicato da Mondadori. Anche secondo Wikipedia, il suo film “Goodbye Mama” - che non è stato mai visto nè in Bulgaria nè in Italia - è stato premiato alla 67ª edizione della Biennale di Venezia con la targa fasulla: "Action for Women" (riporta il logo della comunità europea e quello del ministero, è stata ordinata in tutta fretta in una bottega romana), un riconoscimento inesistente appositamente inventato per lei dal Ministro della Cultura Sandro Bondi. Alla premiazione è seguita la proiezione del film alla presenza di... quasi nessuno. Il Governo bulgaro ha respinto ogni addebito su pressioni fatte o spese sostenute per l'attrice. Secondo Corriere e Repubblica, la delegazione di 32 bulgari che è arrivata in Italia e ha mangiato e alloggiato in alberghi a 5 stelle è costata alle casse pubbliche italiane 400 mila euro.

Sono giorni neri per il poeta Bondi. I beni culturali che dovrebbe tutelare crollano miseramente a Pompei e non soli, gli attori e le strutture che dovrebbe sostenere lo contestano aspramente, la sua Novi Ligure (la banda musicale del paese soprattutto) riceve finanziamenti pubblici che a momenti neanche il Colosseo e persino i parenti lo mettono nei guai. "Il Fatto" ha svelato che il povero Vate ha sistemato al ministero l'ex marito e il figlio della sua compagna. Negli ultimi tempi, le sue poesie devono essere ancora più tristi e... sfiduciate.


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lunedì 22 novembre 2010

La rivolta delle escort tradite

Tutte loro si sono offerte (neanche troppo in sacrificio). Tutte loro desideravano qualcosa. Tutte loro hanno ottenuto denaro, gioielli e regali ma non sempre quello che domandavano. Ora tutte loro cercano popolarità alimentando i dubbi sul Premier (e non solo sulla sua sicurezza). Patrizia D'Addario chiedeva un "aiuto" per sbloccare la situazione di un cantiere edilizio, Nadia Macrì chiedeva un "aiuto" nella questione dell'affidamento del figlio, Ruby probabilmente chiedeva le attenzioni dei riflettori. Dopo lo scoppio degli scandali che le riguardavano - Noemi Letizia compresa -, tutte loro hanno ottenuto la celebrità, realizzato comparsate in televisione in Italia e all'estero, scritto libri, pubblicato cd "musicali",  avuto spazio sui giornali europei, occupato i media internazionali, partecipato a manifestazioni di spicco e sono state pagate per passare una serata in discoteca.

Tra le tante cose dette (e non richieste), Nadia (nella foto, in tenuta casalinga) ha dichiarato di non avere nessuna intenzione di lanciarsi nel mondo dello spettacolo (il 18 novembre scrive sui social network: «Da oggi ho deciso che non farò comparse televisive, foto e addirittura ospite nei locali notturni!! Vorrei che tutti voi mi appoggiaste su questa mia decisione! Motivo: vorrei ce mi crediate su tutto quello che è stato detto sui giornali, lotterò per questo… non mi abbasso ai loro livelli… qaundo sarà il momento parlerò. [...] Così sconfiggeremo l’ipocrisia del potere!!! Noi giovani decidiamo nel nostro futuro!! Vogliamo un mondo migliore! Nel frattempo che mi hanno vietato di parlare con la stampa, vado a lavorare onestamente come tutti voi!!!») ma oggi ha annunciato su Facebook la svolta della sua vita: sabato sarà ospite di un pub milanese e per l'occasione ha invitato tutti i suoi 4 mila amici virtuali. Sul profilo, un utente le consiglia: «Cavalca l’onda finchè puoi»; lei spiega: «Alla fine non faccio niente di male, è un lavoro. E poi insistono, ho tutti i giorni i giornalisti sotto casa…». Su CorrieredelMezzogiorno.it, l'arguto commentatore "Samarcanda" scrive: «La cosa più "bella" di queste serate con Ruby, Nadia e le altre è che la folla va curiosa seppur disapprovante ma, tacitamente, avanza tra la società l'idea che certe pratiche non siano più moralmente e socialmente sanzionabili per un fine ritenuto giusto: successo e danaro».



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domenica 21 novembre 2010

L'eclissi lenta e silenziosa degli imprenditori italiani

Una settimana fa, l'imprenditore veneto Santo Sergio Merlo - sposato e padre di due figli - si è tolto la vita a 71 anni gettandosi nel canale Bretella. Dopo 38 anni, lo scorso giugno la sua fabbrica di doposci che a Caerano (Treviso) dava lavoro a 10 persone aveva chiuso dichiarando il fallimento perchè i clienti non pagavano (aspettava un credito di 1 milione di euro) e la concorrenza cinese era troppo forte. Come ha ricordato Alessandro Longo su Repubblica, Santo è il ventunesimo titolare di azienda e lavoratore che si è tolto la vita dal 2008 nell' ex felice Nord Est.


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lunedì 15 novembre 2010

La Favola del Luogo Comune

C’era una volta un luogo comune in cui i governanti amministravano badando solo al proprio tornaconto e abbandonando il popolo al suo destino.
C’era una volta un luogo comune in cui i capi aggiravano le regole collettive, anzi le cambiavano con prepotenza e a piacimento, per servire il proprio interesse.
C’era una volta un luogo comune in cui i potenti prima compievano reati e poi creavano apposite leggi per sfuggire alla giustizia.
C’era una volta un luogo comune in cui il governo manipolava l’informazione, come accade di norma nei regimi fascisti e nelle dittature.
C’era una volta un luogo comune in cui i ricchi si arricchivano e i poveri si impoverivano.
C’era una volta un luogo comune in cui i politici (tutti vecchissimi) adescavano donne (tutte giovanissime).
C’era una volta un luogo comune in cui le persone provenienti da altri Paesi venivano respinte.
C’era una volta un luogo comune in cui le scuole non possedevano i mezzi per istruire i giovani.
C’era una volta un luogo comune in cui alcune bande di cittadini avevano il compito di garantire la sicurezza ma riuscivano solo a diffondere odio tra la gente.
C’era una volta un luogo comune in cui per poter lavorare (e vivere) dovevi conoscere Qualcuno.
C’era una volta un luogo comune in cui spesso capitava di lavorare senza ricevere paga.
C’era una volta un luogo comune in cui le donne o lavoravano o facevano un figlio.
C’era una volta un luogo comune in cui se non eri d’accordo, eri un comunista.
C’era una volta un luogo comune in cui la speranza più grande era quella di riuscire a scappare via.
C’era una volta un luogo comune che tutti credevano tanto brutto da essere irrealizzabile e nessuno si accorgeva di averlo sotto agli occhi.

(pubblicato sul giornale culturale "Leitmotiv", scaricabile qui)


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domenica 14 novembre 2010

Qualcuno voleva lavorare al prestigioso Corriere della Sera

Da 24 ore Paola Caruso, 40 anni, laureata in chimica con un master in comunicazione scientifica, giornalista professionista, è in sciopero della fame per protestare contro il suo datore di lavoro, il Corriere della Sera. Dopo oltre 7 anni, 5 come freelance e 2 come co.co.co (dè), è ancora precaria e racconta la sua protesta su un blog diario (clicca qui). Inizialmente non voleva neanche bere ma, a suo dire, gli amici l'hanno convinta. Dice che al giornale tutti sanno della sua iniziativa ma la direzione tace. Secondo Gilioli ("Piovono rane") è il primo caso del genere in Italia. Paola non è raccomandata e perciò si adatta a scrivere di tutto: dalle acconciature per capelli, alle creme viso, dalla scienza all’economia; nonostante questo, quando al Corriere si è liberato un posto, un ragazzo appena uscito dalla scuola di giornalismo è stato preferito a lei e a tutti gli altri precari in lista d'attesa. Il "Post.it" fa notare che il Corsaro della Sera (e del lavoro) è ufficialmente in stato di crisi da gennaio e non può assumere dipendenti.  Moltissimi blog, con Macchianera in prima linea, hanno sospeso le pubblicazioni e hanno dichiarato la loro solidarietà. In un messaggio, Paola - stanca, cotta e debole per la fame - spiega: "Spero che la mia protesta rappresenti la battaglia d’inizio di una guerra, la guerra dei precari che non accettano più di essere trattati da reietti".


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sabato 13 novembre 2010

Vado via o resto qui? Vieni via con me.

Il programma di Fazio e Saviano, "Vieni via con me", ha destato polemiche prima ancora di iniziare. Il direttore generale Masi voleva bloccarlo per motivi politici con la scusa degli ingaggi troppo alti di 3 ospiti: Roberto Benigni, Paolo Rossi e Antonio Albanese (in effetti, gli ultimi 2 non hanno partecipato alla prima puntata, anche se sembrava avessero trovato l'accordo per il contratto). Alcuni opinionisti dicevano che il clamore mediatico attorno alla trasmissione fosse strategico e servisse a promuoverla. Alla fine, la prima puntata è andata in onda senza essere stata molto pubblicizzata in tv (se non la domenica all'interno del pubblico di nicchia di "Che tempo che fa"), facendo registrare ascolti record nonostante la concorrenza del Grande Fratello. In vista della seconda serata, si accendono nuove critiche che da un lato fanno da cassa di risonanza, dall'altra nascondono radici politiche: oltre a Ligabue (artista di sinistra) Fazio ha invitato Fini (di destra?) e Bersani (di sinistra?), scatenando polemiche sulla convenienza di invitare i 2 politici in questo momento storico (sebbene la par condicio sia pienamente rispettata). Tra l'altro, è il caso di ricordare che la prima puntata ha avuto tra i protagonisti anche Nichi Vendola, un politico a tutti gli effetti, comunista e gay. Ma Aldo Grasso sul Corriere contesta addirittura il fatto che la presenza dei 2 onorevoli snaturerà la matrice "culturale" del format e accusa Saviano di tradire l'intento di sfidare il mezzo televisivo. Forse per riequilibrare del tutto la situazione si potrebbe invitare una quarta persona, magari un artista di destra: Apicella andrà bene?

Mentre tutti si riempiono la bocca di parole, su questa pagina (clicca qui), è possibile raccontare i motivi per cui gli italiani vorrebbero lasciare il Paese e le ragioni che invece li trattengono a restare. Commenti personali, poesie, riflessioni, composizioni letterarie, suggerimenti: i testi più interessanti - tra gli oltre 2500 pubblicati - verranno letti dai conduttori lunedì sera.


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giovedì 11 novembre 2010

Le incredibile avventure di Mario "Stacanov" Borghezio

L'onorevole Mario Borghezio è davvero da prendere a modello. La sua fatica è encomiabile, almeno a giudicare dalle mole di affermazioni che lancia al secondo (la qualità invece lascia abbastanza a desiderare). Nelle ultime ore ha detto e fatto di tutto e di più: in qualità di europarlamentare ha definito «gravissima» la decisione - presa dal Consiglio europeo - di liberalizzare gli ingressi senza visto dei cittadini di Albania e Bosnia Erzegovina nei paesi della Ue perchè, secondo lui, ora sarà impossibile salvarci dalla calata dei Rom; come leghista in prima linea, ha presentato un esposto alla Prefettura di Milano contro il sindaco di Albairate che avrebbe imposto ad una signora la rimozione di una bandiera con sopra Alberto Da Giussano (il fatto incredibile è che la prefettura ha accolto l'istanza manifestando l'intenzione di approfondire la vicenda); travestito da rondista convinto, ha lodato i consulenti  inglesi che sfrondano per mestiere il settore pubblico da personale e funzionari inutili e/o improduttivi, aggiungendo che anche in Italia sarebbero necessari "tagliatori di teste" per «eliminare migliaia di dirigenti e impiegati pubblici fancazzisti (ivi compresi, ovviamente, anche parlamentari assenteisti e sfaticati...) - ndr: che fanno comunque meno danni di uno stacanovista come lui -»; nelle vesti di guerriero preventivo, ha presentato un'interrogazione alla Commissione e al Consiglio europei per contestare una sentenza con cui, a suo dire, la Corte di Giustizia aprirebbe le porte agli ex terroristi. Infine, come eurodeputato paladino del Nord, ha costretto la Commissione europea ad indagare sulla Campania per uso improprio di fondi comunitari: la Regione avrebbe utilizzato 750 mila euro ricevuti dall'Unione per pagare il maxi compenso di Elton John che un anno fa cantò 4 canzoni in croce alla sagra di Piedigrotta (un ex amministratore di Napoli ha già spiegato come andarono i fatti). La diligenza di Borghezio è davvero sorprendente e quasi senza precedenti: raramente è capitato in Europa di vedere un politico tanto scrupoloso da denunciare la sua stessa nazione.


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sabato 6 novembre 2010

A tavola: "Scusa amore, mi passeresti il petrolio?"


Milena Gabanelli ha dedicato l'ultima puntata di Report ai disastri ambientali: l'esplosione di una piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico, l'inquinamento dovuto alle biomasse e i danni inflitti dalla camorra ai territori del sud. Una di queste catastrofi riguarda da vicino gli italiani: nel 1992 la petroliera "Haven" esplose nel porto del Genova e non venne più rimossa. Dopo 20 anni, i fondali non sono mai stati puliti e non si sa che fine abbiano fatto i 117 miliardi di lire destinati alle bonifiche (Operazione Scaricabarile). Secondo l’inchiesta, nonostante nel mare ligure giacciano ancora 50mila tonnellate di greggio, i pescatori continuano a lavorare vendendo pesci che, ripuliti dal catrame, arrivano sulle tavole degli italiani. Il governo considera il caso risolto e il ministero dell'ambiente canticchia: "O mare nero, o mare nero, o mare ne...tu eri chiaro e trasparente come me". Per l'occasione, "Il fatto" ha descritto una vecchia ricetta della cucina regionale: scampi al petrolio. E chissà domani sera cos'altro porterà a galla (invano) Report.

DIABOLINK:
- Giovedi (2 giorni fa), nell'ultima puntata di "Annozero", per il suo editoriale Marco Travaglio ha utilizzato un titolo molto simile a quello dell'ultimo post pubblicato 8 giorni fa su questo blog ("L'amore ai tempi di B."). La coincidenza è sinceramente lusingante.


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