mercoledì 14 luglio 2010

Il mio amico filippino

Oggi, sul treno, ho posato il sedere sul sedile di fronte ad un uomo con gli occhi a mandorla e la testa molto ovale. Vedendomi accaldato, ha intrapreso un discorso stentato con le 8 parole che sa pronunciare (male) in italiano: "molto caldo, 33-36 gradi, estate; inverno molto freddo". Balbettando mi spiega che nelle Filippine si raggiungono anche i 40 gradi ma, se ti metti nel centro di Manila, tira sempre una bella aria fresca. Avrà 35 anni il mio amico filippino dalla testa molto ovale. Dice che nel suo Paese è un ingegnere elettronico, che lì il lavoro non manca ma le paghe sono molto basse. Qui è alle dipendenze di un'impresa di pulizie, in regola, ma due volte alla settimana lavora anche in nero da un'altra parte. Lui, l'ingegnere elettronico, sta in Italia da 10 anni: dalle 13.30 alle 17.30 pulisce il capannone della più importante azienda locale, poi fino alle 20.30 passa ad un altro fabbricato, infine alle 21.20 torna a casa. Lui, l'ingegnere elettronico, sta in Italia da 10 anni con mogli, figli e alcuni amici e, per sopravvivere, fa umilmente le pulizie, senza lamentarsi. Lui, l'ìngegnere elettronico, sta in Italia da 10 anni e una volta all'ora pensa alle Filippine, dove sogna di tornare per la pensione, una volta messi da parte i soldi sufficienti.
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