Televisioni, case editrici, radio, giornali: sempre di più, sempre di più. Al "Secolo d'Italia", il quotidiano più di destra dell'editoria italiana e quindi tradizionalmente finiano, si è insediato un nuovo consiglio d'amministrazione scelto dall'area La Russa-Gasparri, cioè quella che ha abbandonato Fini per restare al "soldo" berlusconiano. La dirigenza, appena arrivata, ha già prospettato un cambiamento di linea editoriale e di direttore per sostenere il Cavaliere. In realtà, per ora la situazione non potrà mutare: la direttrice Flavia Perina, deputata, lavora gratis e il Secolo, in stato di crisi, non può fare assunzioni: “Dove lo trovano un altro che si fa il mazzo gratis?". La copertina domenicale di oggi è uscita in versione provocatoriamente berlusconizzata, con il contributo ironico di Vauro (foto accanto). In questo modo, insieme a Il Giornale, Libero, il Foglio e Panorama, Silvione controllerà anche il Secolo d'Italia e forse, in futuro, addirittura il Corriere della Sera. Infatti, nel decreto "milleproroghe" c'è una norma che cancella il divieto di possedere contemporaneamente carta stampata e televisioni: quindi nei prossimi anni, il Premier potrebbe acquistare altre testate e, a tal proposito, l'ex presidente di Rcs Cesare Romiti ha già lanciato l'allarme. Intanto, se non sta attento, Fini perderà i finiani, il partito, gli elettori, la poltrona, la faccia e la testata.
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