martedì 31 maggio 2011

Due brevi storie di una Greve e di una Piccola Rivoluzione



Il Cavaliere Rivoluzionario

Il Cavaliere Oscuro realizzò con verosimile disgusto che la corruzione dilagava nel Regno: i reggenti, seppure eletti dalla maggioranza, amministravano nel loro esclusivo interesse e si spartivano il denaro rifiutando di usarlo per il bene della gente. Visibilmente nauseato da ingiustizie, tangenti e politici miserabili, decise di prendere in mano le redini della Storia, arrivando al punto di delegare ai familiari tutte le sue attività e proprietà e di dedicare interamente la propria vita alla causa del Paese. Si propose come uomo nettamente diverso dai governanti in carica, lontano dalla politica del malaffare, capace di amministrare con giudizio ed efficacia le proprie terre e i suoi sottoposti, deciso a risollevare le sorti dell’amato Stato. Con tali studiati requisiti, il Cavaliere venne proclamato sovrano a furor di popolo.
Una volta al potere, assegnò incarichi importanti e ruoli di responsabilità agli amici di cui si fidava e a coloro che si mostravano fedeli.
Per informare meglio i suoi sudditi, inventò mezzi di comunicazione che gli permettevano di dare continui aggiornamenti sulle sue imprese, sulle sue doti, sulle sue abilità, sulle sue conquiste nella politica e nella seduzione, sui suoi atti di giustizia.
Ai cittadini che gli chiedevano perché esistessero le tasse, spiegò che erano solo un retaggio malato dei precedenti regnanti cattivi; sconsigliò di pagarle, anzi ne promise l’eliminazione. Non le abolì mai ma le sue dichiarazioni rassicurarono molto gli ignoranti che non si accorgevano di pagare oboli sempre maggiori agli esattori.
Qualcuno si mostrò inspiegabilmente critico nei confronti del suo operato: il Cavaliere lo dileggiò pubblicamente, definendolo diverso e pericoloso e mettendolo da parte.
Alcune persone del popolo gli domandarono come mai fosse sempre circondato da volgari cortigiane: rispose che le sue innate doti di magnanimità e generosità lo portavano ad aiutare le persone bisognose.
Un gruppo di giudici gli fece notare che certe sue decisioni e alcuni aspetti della sua condotta potevano configurarsi come reati. Replicò che le toghe erano invidiose e malvagie: lui non era colpevole né nel torto, semmai erano le leggi ad essere sbagliate. Perciò le cambiò.
A nemici e contestatori ribatteva che lui era l’eletto dal popolo e, in nome del potere consegnatogli dalla gente, aveva il dovere di comandare ininterrottamente per il bene di tutti.
Il popolo si domandava come mai impoveriva mentre il Cavaliere e i nobili arricchivano: lui spiegò che era colpa della siccità se c’era il Sole, delle calamità se pioveva, delle catastrofi naturali se c’erano terremoti; oppure dava la colpa alle difficoltà economiche diffuse in tutto il mondo e nei Paesi vicini.
Dopo 20 anni di Regno, la rivoluzione era completata: il popolo non aveva più principi, né governanti, né leggi, né istituzioni, né valori in cui credere.


Il Professore Rivoluzionario
(dopo 20 anni di Regno Oscuro)


Il Professore realizzò con disgusto che la corruzione dilagava nel Regno: i reggenti, seppure eletti dalla maggioranza, amministravano nel loro esclusivo interesse e si creavano leggi su misura, dimenticando il bene della gente. Nauseato da ingiustizie, tangenti e politici miserabili, decise di scrivere una melodia e di cantarla al Festival della sua nazione. Alla vigilia della manifestazione, provò il brano con l’accompagnamento dell’orchestra ma si emozionò, stonò e se ne andò via furibondo. Venne la sera del debutto: annunciato sul palco, il Professore incantò tutto il popolo con la sua esibizione. Gran parte del merito andava alla bellezza della canzone: parlava di speranza, di viaggio, di poesia, di pensiero, di umanità, d’amore, di cielo e di mare; parlava ai disoccupati, agli studenti, ai giovani soldati, ai ragazzi sfruttati; apriva gli occhi contro i politici corrotti, i voltagabbana, gli ipocriti; gridava che la maledetta notte buia sarebbe presto finita e che le persone l’avrebbero riempita di musica e parole. Il Professore vinse il Festival a furor di popolo, realizzando dopo 20 anni di Regno Oscuro una piccola rivoluzione: per un momento, la gente disorientata aveva ritrovato un sentimento comune da seguire.


(Pubblicato sul periodico culturale "Leitmotiv", scaricabile all'indirizzo: http://giornaleleitmotiv.blogspot.com/)Condividi

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