mercoledì 22 settembre 2010

Pd: Profumo d'Intesa

Il Partito Democratico misurerà con un sondaggio la popolarità del banchiere Alessandro Profumo per valutare la sua candidatura a leader del centro-sinistra (Menichini e Sofri negano). La notizia suona strana perchè quest'uomo è stato licenziato dalla poltrona di amministratore delegato del gruppo Unicredit (per giunta con una liquidazione di 40 milioni di euro): scegliere come condottiero uno che è appena stato cacciato non sembra sensato. Inoltre il dirigente d'azienda in questione, seppure professionalmente stimato da tutti e sostenitore dichiarato del Pd, ha sempre voluto lavorare all'ombra ed è certamente poco noto alla massa elettorale. Eppure Repubblica l'ha lanciato: «Non si può escludere, vista la giovane età (ndr: ma 53 anni sono davvero così pochi?) e l’impegno civile del personaggio dimostrato in più occasioni, una discesa nell’agone politico in questo momento di grande confusione morale e istituzionale per l’Italia repubblicana». E' stato definito il "Papa straniero", l'"Ultimo dei moicani"... forse è pure l'Highlander, chi lo sa. Secondo Piero Ricca de Il fatto, gli affari di Profumo sono anche un po' maleodoranti: si alleò con il plurindagato Geronzi, la sua banca è stata coinvolta nel mercato internazionale di armi, la sua milionaria liquidazione sottolinea l’incredibile divaricazione fra gli stipendi dei top manager e quelli di impiegati e operai (che cozza parecchio con l'ideologia di sinistra). Chiamparino, BersaniRomano Prodi hanno smentito che il Pd abbia contattato Profumo. E allora questo tam tam serve solo a dare l'idea di un partito sempre più smarrito, privo di leadership, incapace di sfruttare le difficoltà della maggioranza, in preda al totonomi e giunto al punto di volersi affidare a personaggi esterni o, comunque, al primo che passa.
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